banner museo 2015

Le ragioni del perché di un sito dedicato alle “BUONE AZIONI”


 

Le buone azioni, da non confondere con quelle quotate in Borsa, non fanno notizia. Lo sanno tutti. Gli esperimenti in tal senso si sprecano. Come quello riferito ad un gruppo di persone che riunitesi casualmente parlavano bene di un tizio. A parte l’iniziale curiosità, nessuno si fermò. Lo stesso gruppo, al contrario, si mise in un momento successivo, a parlare male dello stesso tizio. In breve tempo si fermarono ad ascoltare le maldicenze parecchie persone.  Oggi il “gossip”, con ì nuovi strumenti di comunicazione, è amplificato all’ennesima potenza e il gesto buono, l’azione di solidarietà, trova sempre meno spazio, non che queste non ci siano. Anzi, al contrario, esistono e avvengono quotidianamente, ma non trovano posto nell’informazione. Eppure, di fronte a tanta nequizia, guerre, stupri, figli che uccidono i padri  e padri che uccidono figli e mogli, violenze spregevoli e gratuite, etc. (elenco lunghissimo, ahimè!), sarebbe assai importante per i fruitori dei media, soprattutto per i giovani, far conoscere loro che esiste anche un altro mondo, anche al solo fine di equilibrare l’informazione e per scongiurare il rischio – sempre presente e attuale- che la notizia negativa, così ampiamente diffusa e amplificata, non venga “equilibrata” da quella positiva. Nell’accendere la radio, nel vedere un TG o nel connettersi ai social network, si sappia che c’è anche un mondo diverso; che è importante, anche pedagogicamente, che questo si sappia. La ragazza down che accompagna l’anziano claudicante, con apparecchio per l’ossigenazione forzata, all’altare per prendere l’Eucarestia tutte le domeniche, il prezioso servizio dei volontari ai diversamente abili, ai senza tetto, nelle missioni, le O.N.L.U.S., i Centri di Ascolto, il Servizio Mensa, gli Help Center della Caritas, etc…(elenco lunghissimo, per fortuna). La notizia positiva mitiga l’impatto di quella negativa, non la nasconde, ma rende giustizia all’informazione onesta, non legata all’audience.

Il rischio è che della “Buona Azione”, oltre a non essere diffusa, si perda ogni traccia e cada nel profondo oblio.

Per diffondere e custodire la memoria si è creato questo SITO. Un luogo non fisico, ma virtuale, un museo per conservare quel “bene donato”, perché si sappia che è esistito, esiste ed esisterà. Perché quelle azioni possono servire da esempio per le generazioni di oggi e di domani e possano “contaminare” l’intera umanità.